Pasqua in Tunisia 2004

cronaca di un itinerario da favola

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  1. M U R P H Y
     
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    Gli amici del Gruppo Campeggiatori Catania sono ancora protagonisti nel forum con la cronaca di un viaggio di qualche anno fa ma sempre di attualità.
    Ecco il tour narrato da Lillo e Rosa Salibra.


    PASQUA 2004 IN TUNISIA

    Cronaca di un itinerario da favola - di Lillo e Rosa Salibra

    dal 5 al 20 aprile

    Era nostra intenzione andare in Tunisia perché ne avevamo sentito parlare favorevolmente, tanto che avevamo già richiesti i depliant ad una agenzia di viaggi. Perciò quando degli amici ci hanno proposto il programma elaborato da Gaetano Fazio abbiamo contattato l’organizzatore e ci siamo preparati per intraprendere questa nuova avventura.

    Poiché questa esperienza è stata molto positiva sotto tutti gli aspetti, vogliamo farne partecipi quanto amano vivere in plen air.

    Il viaggio,effettuato dal 5 al 20 aprile, ha visto la partecipazione di 10 equipaggi provenienti da varie città e si è sviluppato toccando le più interessanti località del paese arabo.

    L’avventura inizia con l’imbarco la sera a Palermo su un nuovissimo traghetto della Società Grimaldi,in cui abbiamo trovato una soddisfacente sistemazione in cabine doppie munite di ogni confort,per sbarcare poi al porto di LA GOULETTE la mattina successiva.

    Espletati gli interminabili e asfissianti adempimenti burocratici alla Dogana ( circa due ore e mezzo di controlli), subito ci rechiamo a Tunisi per vedere il Museo del Bardo situato nell’ex palazzo reale. Qui abbiamo l’opportunità di ammirare una vasta collezione di raffinati mosaici provenienti da antiche ville romane che una simpatica guida ci illustra con dovizie di particolari. Tunisi ci è apparsa come una moderna metropoli congestionata dal traffico, ma conserva un fascino particolare per via della sobria, ma elegante, architettura dei suoi edifici.

    La prima meta del nostro viaggio è Hammamet. Questa città abbraccia il mare con le sue rive color smeraldo e ci accoglie offrendoci una visione della bella spiaggia bianca tenuta sempre pulita e di un cielo sereno. La sua Medina, sotto le cui poderose mura parcheggiamo i nostri mezzi, regala al visitatore il fascino delle sue stradine tortuose in cui la vita si svolge con un ritmo tranquillo e dove l’odore di cibi fortemente speziati invita ad assaporare le specialità locali. Ma soprattutto è qui che si concentra l’attivita legata allo shopping con l’offerta di mercanzie e prodotti dell’artigianato. Poco lontano dalla Medina si trova un ricco mercato ove si può trovare una gran varietà di pesce appena pescato offerto a prezzi per noi molto convenienti. A ridosso delle mura della fortezza, al limitare del centro abitato, c’è il cimitero e nel settore riservato ai cristiani si trova la tomba di Craxi, una sepoltura semplice ma decorosa che appena si distingue dalle altre. All’ora di pranzo inaspettatamente abbiamo l’opportunità di sperimentare l’ospitalità dei tunisini: tutti e 10 equipaggi veniamo invitati in una fattoria ove i padroni di casa ci accolgono con molto calore, come se ci conoscessimo da tanto tempo, e ci offrono cous-cous ed altre specialità locali.

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    Il nostro ospite inoltre aveva organizzato in nostro onore una serata di canti e danze tunisine, ma siamo costretti a declinare l’invito onde poter rispettare il nostro programma. Infatti con un’ora circa di viaggio raggiungiamo nel tardo pomeriggio Sousse. Qui, attraversando tutta la città, con le strade del centro storico affollate e districandoci nel caos di macchine e di pedoni, parcheggiamo i nostri mezzi sul bel lungomare gia popolato da tanti turisti. Sousse è il capoluogo della regione rinomata per la produzione dell’olio d’oliva (che qui si può acquistare ad un prezzo convenientissimo),ma soprattutto deve la sua notorietà alle sue belle spiagge, ai suoi maestosi alberghi e ai tanti locali che si trovano in maggioranza di fronte alla spiaggia di sabbia bianca. Dopo cena con dei taxi, qui numerosissimi e con tariffe molto basse, raggiungiamo la vicina località di Port El Kantoui. Questo luogo è in effetti il porto turistico di Sousse ed è rinomato per la sua eleganza. Infatti tutto intorno alla darsena, in cui sono ormeggiate imbarcazioni di ogni tipo e di ogni misura, si snodano raffinati ed esclusivi alberghi, ristoranti e boutiques di un certo tono.

    Ritornando a Sousse, anche la sua Medina è molto suggestiva e, cosa insolita, vi si trova un elegante e ricco emporio ove non c’è necessità di mercanteggiare perché ha prezzi fissi.: una buona opportunità per fare interessanti acquisti.

    Il Giorno dopo ci troviamo a Monastir, città molto chic, pulita , silenziosa e ricca di belle costruzioni. E’ anche una rinomata stazione turistica con un porto ben attrezzato per le imbarcazioni da diporto. Ma il suo vanto è soprattutto il grandioso Mausoleo di Bourghiba, il fondatore della moderna Tunisia.

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    Interessante anche il suo imponente Ribat (Castello),concepito sia come luogo di ritiro mistico sia come fortificazione militare; dall’alto delle sue imponenti mura si apre una meravigliosa visione della città e del mare di un azzurro intenso. Il “Souk” di Monastir è molto frequentato e i suoi mille negozi offrono raffinati prodotti dell’artigianato locale costituito prevalentemente da lavori in cuoio ed in argento. Lungo le strade della città moderna in visitatore viene colpito dai colori e dalla fragranza di tanti fiori che variano dalle buganvillee agli ibiscus, dai gerani ai gelsomini, oltre che dal biancore degli edifici che fanno da contrasto al colore ocra delle mura della Medina.

    La tappa successiva è El Jem. Questo centro non presenta alcuna attrattiva, ma richiama una moltitudine di turisti esclusivamente per il suo anfiteatro romano, che qui chiamano enfaticamente Colosseo,perché pare che per grandezza sia secondo solo a quello di Roma. Il monumento , anche se rimaneggiato, è ben tenuto e appare molto austero per la mancanza di decorazioni dovuta al materiale di costruzione molto friabile. Attorno ad esso ruota tutto il businnis del paese , con molti valenti artigiani che riproducono bei mosaici romani venduti poi a prezzi irrisori. Quello che più stupisce il ticket di un dinaro che viene richiesto per scattare delle foto all’interno dell’anfiteatro.

    Proseguendo per Matmata notiamo che il paesaggio cambia: la vegetazione diventa rara,, tante dune d’argilla e in lontananza qualche sparuto gruppetto di palme. Questa località deve la sua notorietà alle case troglodite, vere testimonianze dell’ingegno umano che dimostrano la capacità di sapersi adattare a vivere anche in luoghi apparentemente inospitali. Tali case, in cui ancora vivono interi nuclei familiari, sono scavate nelle rocce argillose; vi si accede da un tunnel che disimpegna vari locali, mentre un pozzo di luce rappresenta lo spazio comune da cui si dipartono i vari servizi.

    Il giorno di Pasqua, sempre a Matmata, abbiamo l’opportunità di pranzare in un ristorante e gustare pertanto le specialità tunisine che il proprietario ha preparato espressamente per noi.

    Nel primo pomeriggio, però, il nostro viaggio continua in direzione di Zaafrane, una frazione della cittadina di Douze. Le strade che percorriamo presentano un asfalto molto ruvido e alquanto accidentato e perdipiù veniamo investiti da enormi folate di grosse cavallette che si spiaccicano a migliaia sui nostri camper mentre la sabbia delle dune sollevata dal vento ci invita alla prudenza.

    I 12 Km che separano Douze da Zaafrane sono tutto un susseguirsi di estese coltivazioni di palme da datteri che,oltre a dare un senso di refrigerio quando il sole di fa sentire, rappresentano la principale risorsa del posto. Calano già le prime ombre della sera quando giungiamo a Zaafrane, alle porte del deserto, e constatiamo che siamo gli unici ospiti del campeggio, in verità molto spartano e quasi privo di servizi. Impegniamo tutta la mattinata di Pasquetta nei preparativi di un grande banchetto che viene consumato all’ombra di maestose palme.

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    Nel pomeriggio invece facciamo un giro di circa tre ore in groppa ai dromedari; un’esperienza unica che ci regala sensazioni meravigliose. E’ difficile descrivere cosa si prova nel trovarsi immersi in quella distesa infinita di sabbia ove le dune cambiano continuamente aspetto sotto l’azione del vento e dove l’unico rumore percepibile è quello delle nostre voci. Alla fine però il nostro fondo schiena ne è uscito un po malconcio!

    La mattina successiva ci attende un’altra prova: Gaetano Fazio, il nostro bravo capo-equipe, ha organizzato una spedizione su dei fuoristrada per raggiungere, in pieno deserto, l’oasi di Ksar Ghilane.

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    Su una distanza di 140 Km ne percorriamo circa la metà lungo una pista molto accidentata che mette a dura prova i mezzi e soprattutto il nostro fisico. Lungo la via vi è qualche posto di ristoro che offre l’opportunità di gustare del pane arabo cotto all’istante e di bere del the alla menta. Una piccola deviazione ci permette di andare a vedere un diroccato fortino della Legione Straniera sito su un’altura che domina tutto l’orizzonte di dune rosse. Giunti infine all’oasi di Ksar Ghilane restiamo stupefatti perché non ci si aspettava di trovare in pieno deserto tanta vegetazione e tanta animazione; la spiegazione la troviamo nella piscina naturale formata da una sorgente di acqua calda in cui tanti turisti fanno un bagno. Tutto intorno insistono le solite botteghe che vendono di tutto, ben tre campeggi e addirittura un Hotel.

    Per raggiungere Tozeur, nostra prossima tappa,attraversiamo lo Chott El Jerid (il lago salato) e veniamo investiti da un vento insistente che solleva nuvole di sabbia e rende poco sicuro l’asfalto. Il lago ci regala uno spettacolo affascinante con la sua immensa distesa piatta che cambia continuamente di colore e con le grosse concrezioni di cristalli di sale che solidificano ai bordi del manto stradale. A Tozeur, Eden del deserto, restiamo incantati perché non ci si aspettava di trovare una cittadina molto elegante ed accogliente; le sue piazze hanno tutte un monumento decorato con mattoni di argilla e di ceramiche in disegni geometrici, ammiriamo tanti lussioni alberghi, strade spaziose e pulite e soprattutto troviamo tanta accoglienza da parte dei suoi abitanti. L’indomani, nonostante il cielo coperto e qualche rovescio di pioggia ( chi ha detto che nel deserto non piove mai ! ), delle carrozze ci portano in un’oasi dove ci troviamo immersi in una sorta di paradiso terrestre. C’è una vegetazione fitta e ricca di tante varietà: rose profumatissime, gelsomini, fichi,melograni, pergolati e, naturalmente, tante palme. Un tunisino, sollecitato dalla nostra guida,ci illustra il sistema di impollinazione delle palme da datteri e poi ci da una prova della sua sorprendente agilità arrampicandosi su un’altissima palma.

    Subito dopo, però, ci rimettiamo in viaggio per raggiungere un’altra destinazione, cioè Tamerza con le sue oasi di montagna. La strada che percorriamo si snoda nel deserto che qui assume aspetti e colorazioni diverse che vanno dal grigio del lago salato alle aride dune rosse, fino ai rilievi rocciosi che, prima di arrivare a Tamerza, presentano tornanti molto impegnativi con pendenze del 10%. Qui i canyon offrono alla nostra vista uno spettacolo che sa di favola: cascatelle che rinfrescano l’aria, un fiumiciattolo che scorre in fondo ad un vallone, una folta vegetazione e profonde gole ricche di fossili e di minerali di quarzite. La cittadina è situata su un altopiano a ridosso di una catena di montagne granitiche da cui si gode una vista che spazia dalla pianura sbarrata all’orizzonte da colline di sabbia fino al lontano deserto del Sahara.

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    Continuando nel nostro viaggio per raggiungere Sbeitla, affrontiamo un percorso molto impegnativo per via del pessimo fondo stradale e per i continui saliscendi che danno l’impressione di essere sulle montagne russe. L’attrattiva di questo centro è rappresentata dagli scavi archeologici e dal Museo cittadino.Una guida ci illustra i vari monumenti dell’insediamento romano ancora in buono stato di conservazione.Singolare il cosiddetto Capitolo con i tre Templi dedicati a Giove, Giunone e Minerva edificati l’uno accanto all’altro e comunicanti tra di loro.

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    La nostra meta successiva è Kairouan, entro la cui Medina abbiamo l’opportunità di sostare per la notte.Kairouan è la vecchia capitale della Tunisia ed è chiamata anche la città santa per via delle sue 120 Moschee. Inoltre è il luogo di maggior produzione di eleganti tappeti. Una guida ci conduce attraverso le tortuose e maleodoranti viuzze della Medina che contrastano con le belle e spaziose arterie che si snodano all’esterno. E’ veramente una città moderna e ricca di tante belle costruzioni ingentilite da decorazioni di maioliche e da artistiche logge color turchese (pare che questo sia il colore nazionale visto che si trova dappertutto). Da non perdere una visita alla Grande Moschea, alla Zoula di Sidi Sahab (ovvero Mausoleo del Barbiere) e ad una vecchia “noria” azionata da un cammello.

    Siamo quasi al termine del nostro viaggio e perciò lasciamo l’interno della Tunisia per dirigerci verso la zona costiera maggiormente privilegiata dal turismo. Giungiamo perciò a Nabeul sulla costa nord orientale del paese, una stazione turistica rinomata per le sue spiagge, per le ampie strade abbellite con piante fiorite e per i tanti ritrovi. Ma innanzitutto e nota perché è la capitale della ceramica tunisina.

    Infine Cartagine, la località più inn del paese ove ha la sua grandiosa residenza il Presidente Ben Ali, ci accoglie con le belle ville dei notabili tunisini e di tutti i più ricchi uomini d’affari. Dell’antica Cartagine studiata sui banchi della scuola resta ben poco perché la città ebbe a subire diverse distruzioni. Da vedere soprattutto i resti delle Terme di Antonino dalla cui sommità si può ammirare una stupenda veduta del porto.

    Una visita merita anche la vicina Sidi Bousaid, il più tipico dei villaggi moreschi. L’affascinante cittadina, considerata la Taormina tunisina, si erge su un promontorio e dalle sue vie, che si snodano tra costruzioni immerse nel verde, si possono godere scorci di paesaggi veramente incantevoli. E’ anche detta la città blu perché tutte le bianche case hanno le imposte e le inferriate dipinte di turchese. E’ famoso il “Caffè degli Artisti” ove non esistono sedie e gli avventori stanno seduti su dei tappeti.

    Il nostro viaggio è ormai al termine e dopo i soliti interminabili controlli doganali al porto di La Goulette ci vede affrontare la navigazione verso Palermo con un mare agitato che fa star male la maggior parte dei viaggiatori.-

    Un doveroso ringraziamento vogliamo rivolgerlo a Gaetano Fazio che con la sua esperienza, con la sua competenza e con notevole savoir faire ha saputo condurre e amalgamare un gruppo cosi eterogeneo risolvendo con prontezza ogni piccolo inconveniente che inevitabilmente si presenta in viaggi di questo tipo.


    Lillo e Rosa Salibra

    (Siracusa)

    Tutti i diritti riferiti al testo e quanto altro sono riservati agli autori! Copyright!

    Un gran bel senso del viaggio quello degli amici del Gruppo Campaggiatori di Catania sempre alle prese con interessanti iniziative per i propri associati.

    Per informazioni, cliccate qui:

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