Tunisia: esplode la rabbia dei giovani

e la Polizia spara sulla folla

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  1. M U R P H Y
     
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    Caos Tunisia, la protesta senza fine
    Cinquemila in piazza contro Ben Ali


    Il discorso del presidente dopo gli scontri dei giorni scorsi non ferma le iniziative contro il governo. Il ministro degli esteri parla delle prospettive dell'esecutivo. E un video di Al Qaeda supporta in manifestanti

    TUNISI - Nonostante il discorso di ieri 1 del presidente Ben Ali, non si placa la protesta a Tunisi. Una grande manifestazione si svolge nel centro della città che, dopo la festa di ieri in Avenue Bourghiba, stamani sembrava più tranquilla. La polizia non interviene e non ci sono scontri. Scontri, invece, ci sarebbero stati nella notte in alcuni quartieri periferici della capitale, con un bilancio di due morti. E il ministro degli Esteri Frattini: "L'Europa deve fare di più per la Tunisia".

    Cinquemila in piazza: "No a Ben Ali", la polizia non interviene. Una marcia di protesta, guidata da oppositori del presidente, si è svolta stamani a Tunisi. I manifestanti, più di 5.000, hanno scandito slogan contero il presidente: ''No a Ben Ali'', "Ben Ali, vattene", "Ben Ali, ne abbiamo abbastanza". La polizia non è intervenuta e ha osservato il corteo a distanza. Non si sono registrati scontri. È questo uno degli effetti dovuti al discorso di ieri sera del presidente che aveva annunciato: "Consentirò l'organizzazione di libere manifestazioni". Questa, si sente dire fra i partecipanti è la prima grande manifestazione contro il presidente Ben Ali, dopo le rivolte per il pane del 1978 e del 1984, all'epoca di Bourghiba. In mattinata, la capitale tunisina era apparsa calma, con gli abitanti di ritorno alle normali attività, dopo settimane di proteste cultimate in scontri anche sanguinosi. Più tardi centinaia di persone si sono radunate e hanno dato vita alla protesta. Il corteo è stato bloccato da un cordone della polizia appena giunto a Bourguiba Avenue, in modo da impedire un avvicinamento alla sede del ministero dell'Interno. "Il ministero dell'Interno è un ministero del Terrore", "omaggio al sangue dei martiri", "no ai Trabelsi (la famiglia di Ben Ali, ndr)", sono stati alcuni degli slogan dei manifestanti. Il corteo è stato raggiunto da un altro gruppo di manifestanti composto da avvocati, che si sono dichiarati a favore della gente, ma anche per il rispetto della legge e per lo stato di diritto, e da un altro proveniente da piazza Barcellona, dove si trova la stazione. A poche centinaia di metri, nell'Avenue Bourghiba, i negozi sono chiusi per lo sciopero proclamato dai sindacati, anche se per il resto la vita sembra tornata alla normalità.

    "Governo di unità nazionale? Fattibile". Così lo ha definito il ministro degli esteri tunisino Kamel Morjane, intervistato dalla radio francese Europe 1, aggiungendo che si tratta di un'ipotesi "anche normale". "Con il comportamento di persone come Nejib Chebbi credo che sia fattibile, ed anche del tutto normale". Il ministro si riferiva a Mohammed Nejib Chebbi, capo storico del Partito democratico progressista (Pdp), una formazione di opposizione legale, ma non rappresentata in parlamento. "Il presidente è un uomo di parola" ha detto Morjane all'indomani del discorso in cui il presidente Ben Ali si è impegnato a non ripresentarsi al termine del suo mandato nel 2014. Il presidente ha anche ordinato all'esercito di non sparare più sui manifestanti, dopo gli scontri che in tutto il paese in un mese hanno provocato la morte di 66 persone.

    Video di Al Qaeda: "Rovesciate Bel Alì". Supporto per i manifestanti che da giorni protestano contro il governo in Tunisia è stato espresso da al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi), che con un nuovo video diffuso sul web ha invitato la popolazione a rovesciare il regime del presidente Zine El Abidine Ben Ali. Nel video di 13 minuti, individuato sul web da Site, servizio Usa di monitoraggio dei siti islamisti, Abu Musab Abdul Wadud, leader di Aqmi, chiede ai manifestanti: "Mandate i vostri figli da noi per ricevere formazione all'uso delle armi e fare esperienza militare". Abul Wadud ha poi chiesto ai tunisini di mobilitarsi in tutto il paese per far cadere "il regime corrotto, criminale e tirannico" di Ben Ali, portando all'affermazione nel paese della shaaria, la legge islamica". "Sono passati 23 anni da quando il dittatore è al potere in Tunisia - afferma il terrorista, il cui vero nome è Abdul Malik Droukedel - il criminale Ben Ali è rimasto al potere nonostante vi torturasse e nonostante la sua corruzione. Ora è venuta questa intifada di Sidi Bouzid, che è una voce che rompe il silenzio che ha coperto a lungo Tunisi e Keirouane".

    Frattini: "L'Europa deve fare di più". "L'Europa deve fare di più" per la Tunisia. A sostenerlo è il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, in un'intervista al quotidiano tedesco Die Welt. Secondo Frattini vi sono "buoni motivi" per la protesta che da giorni scuote il paese maghrebino. "Purtroppo la comunità internazionale - dice il capo della diplomazia italiana - non ha reagito finora in modo adeguato". Secondo Frattini "l'Unione europea deve fare di più per rendere possibile i soggiorni ai giovani provenienti da paesi come la Tunisia (...). Gli studenti dei paesi del sud del Mediterraneo devono avere la possibilità di venire nelle università europee". In generale, sostiene Frattini, "esiste solo un modo per allentare la tensione: questi paesi deve essere avvicinati di più all'Europa".

    (14 gennaio 2011)


    la Repubblica.it
     
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  2. manu78
     
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    il governo/dittatura di ben Alì è caduto..tra 6 mesi elezioni anticipate...spero davero che chiunque vada al Governo lavori veramente per il bene della Tunisia e della sua gente...
     
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  3. Massimo G.
     
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    speriamo bene.....
     
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  4. sergio41
     
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    Massimo hanno chiuso lo spazio aereo e la città è sotto il controllo dei militari, inoltre il coprifuoco è stato ampliato dalle 17.00 alle 07.00.
    Io non so dove ti trovi, ma siccome avevi detto di rientrare sabato 15, secondo me dovresti contattare l'ambasciata e farti consigliare.

    Ambasciata Italiana in Tunisia
    Tunisi - 37, rue Gamal Abdennasser - Tel 71/321 811 - Fax 71/324 155

    Consolato Italiano
    Tunisi - 9, rue Ibn Bassem El Menzah IV - Tel 71/766 325
    Sfax - Salem Harzallah - Tel 74 298 973 - Fax 74/298 991
     
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  5. sergio41
     
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    Massimo ti lascio anche i seguenti numeri, magari ti possono servire:

    Tunisair
    Tunisi - 47, Av. Farhat Hached
    Tel 81107777
    Tel 71 / 330 100 -Fax 71 / 350 107


    Tuninter
    Tunisi - Boulevard du 7 Novembre 1987 - Imm. Maghrebia - Tour B
    Tel 71 701 717 - Fax 71 712 193

    Compagnie Tunisienne de Navigation (CTN)

    Tunisi - 5, avenue Hammarskjoeld
    Tel 71 / 341 777 - Fax 71 345 736
    Internet : www.ctn.com.tn

    Aeroporto internazionale di Tunisi-Cartagine
    -BP 60 Tunis-Carthage
    -Informazioni : Tel 71 / 754000

    Grandi Navi Veloci www.gnv.it
    +39 010 2094591.

    Grimaldi lines
    Tunisi
    Biglietteria "La Goluette" (porto di Tunisi) +216 71735171
    Roma
    Via Boncompagni 43/45 - 00187 - Roma
    Tel. : +39 06 42 01 01 69
    Fax : +39 06 42 81 45 58 / 89 28 09 46
    Email : [email protected]
    Napoli
    Via Marchese Campodisola 13 - 80133 - Napoli
    Tel. : +39 081 496 555
    Fax : +39 081 496 500
    Email : [email protected]
     
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  6. Massimo G.
     
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    grazie Sergio, io adesso sono a Douz e comunque in contatto con l'ambasciata che ci ha consigliato di non muoverci da qui fino a nuovi aggiornamenti... aspettiamo fiduciosi e vediamo quello che succede... CIAO
     
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  7. M U R P H Y
     
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    Tunisia, Ben Alì lascia il Paese Saccheggiate le ville della moglie

    Il primo ministro diventa presidente ad interim. Ancora incerta la destinazione di Ben Alì: l'aereo è in volo verso Parigi, l'Eliseo: "Nessuna richiesta di asilo". Alitalia: voli sospesi fino a lunedì

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    Tunisi, 14 gennaio 2011 - Un colpo di Stato incruento ha messo fine a 24 anni di potere incontrastato di Zine El Abidine Ben Alì in Tunisia, dopo un mese di rivolta contro il carovita, la disoccupazione e la corruzione. Nel pomeriggio il presidente ha lasciato il Paese, forse diretto in Francia o a Malta, e i militari hanno preso il controllo dell’aeroporto. La tv ha annunciato che il potere è stato assunto provvisoriamente dal premier Mohamed Ghannouchi fino a nuove elezioni.

    Ghannouchi è apparso in tv e ha lanciato un appello all’unità a tutti i tunisini. Mi impegno - ha detto Ghannouchi in un messaggio televisivo - a rispettare la Costituzione e a portare avanti le riforme politiche, economiche e sociali annunciate attraverso consultazioni con tutte le parti politiche inclusi i partiti politici e la società civile".

    È stato formato un direttorio composto da sei membri che guiderà il paese nei prossimi mesi. Secondo quanto rivelano fonti della tv 'al-Arabiya', il direttorio sarà guidato dal presidente del parlamento, Fouad el-Mabzaa. Nel team è prevista anche la presenza dell'attuale ministro della Difesa, Ridah Grira.


    LA FUGA - Secondo la tv satellitare 'al-Arabiya', Ben Ali si sarebbe rifugiato a Malta sotto protezione libica, mentre i suoi familiari invece sarebbero fuggiti già tre giorni fa dalla Tunisia (ieri era scoppiata la polemica in Tunisia perché uno dei suoi generi era fuggito in Canada con la moglie ed i figli). Ma il governo maltese ha reso noto in un comunicato diffuso dal ministero dell'Informazione che il Presidente della Tunisia non si trova nel Paese. E il ministero degli Esteri ha precisato di non aver ricevuto richieste di accoglienza da parte di Ben Ali, riporta l'edizione online del quotidiano 'Times of Malta'.


    Mentre un aereo con la figlia e la nipote dell'ex presidente tunisino è atterrato all'aeroporto parigino di Le Bourget ed un altro aereo procede sulla stessa rotta, il ministro degli Esteri francese ha reso noto di non aver ricevuto alcuna richiesta di asilo e che se ciò dovesse avvenire si consulterà con le "autorità costituzionali" di Tunisi. L'Eliseo si è affrettato a dichiarare che "la Francia prende atto della transizione costituzionale"; il presidente francese Nicolas Sarkozy e il primo ministro Francois Fillon si sono riuniti alle 19.45 all'Eliseo per fare il punto sulla crisi tunisina.

    FAMILIARI ARRESTATI - Alcuni familiari dell'ex presdidente tunisino Ben Ali, tra cui il genero, sono stati arrestati, stando all'emittente privata tunisina Nessma Tv. L'emittente non ha precisato quanti siano i congiunti di Ben Ali arrestati. Tra loro, stando alla Nessma Tv, figura comunque il genero dell'ex presidente, Sakher Materi, uno degli uomini di affari piu' in vista del paese. La notizia non trova al momento conferme ufficiali.


    IL SACCHEGGIO - E' incerta la sorte della ricchissima e odiata famiglia Trabelsi cui appartiene Leila, la moglie del presidente tunisino Zin El Abidine Ben Ali. Secondo quanto afferma Le Monde nella sua edizione online, nel pomeriggio centinaia di giovanissimi hanno preso d’assalto le ville della famiglia a Gammarth, un sobborgo benestante nel nord di Tunisi, saccheggiandole e incendiandole. Armati di una lista di nomi, ragazzi fra i 16 e 17 anni hanno fatto il giro delle ville, attaccando sistematicamente quelle appartenenti alla famiglia Trabelsi e lasciando perdere le altre, comprese le piu’ lussuose.

    ‘’E’ stato un saccheggio organizzato. Gli insorti fanno uscire gli abitanti dalle case, tirano fuori le Mercedese dai garage, saccheggiano e poi danno fuoco’’, ha detto a Le Monde un giornalista tunisino che ha chiesto di rimanere anonimo. ‘’Due camionette della polizia cariche di agenti sono passate, senza intervenire. Non ho mai visto scene del genere’’, ha aggiunto. La moglie di Ben Ali e i suoi familiari, specie i suoi nipoti, e’ odiata dai tunisini in quanto e’ il simbolo dell’accaparramento delle ricchezze del Paese e della corruzione.

    LE PROTESTE E GLI SCONTRI - Dopo i 13 morti negli scontri della notte a Tunisi e in altre città, era arrivato l’annuncio dell’imposizione dello stato d’emergenza in tutto il Paese nordafricano con coprifuoco dalle 17 alle 7 del mattino. Le forze di sicurezza sono state autorizzate ad aprire il fuoco contro chiunque non obbedisca agli ordini ed è stato introdotto il divieto di assembramento fra più di tre persone. Il premier Ghannouchi, parlando ancora a nome di Ben Alì, aveva annunciato anche l’azzeramento del governo e l’impegno a convocare elezioni entro sei mesi.

    Nel frattempo, però, la situazione è precipitata con scontri e lancio di lacrimogeni davanti al ministero dell’Interno, e il 74enne presidente ha lasciato la Tunisia. Secondo alcune fonti temeva una rivolta popolare cruenta come quella che nel 1989 in Romania portò alla destituzione e alla fucilazione di Nicolae Ceausescu.

    Il rovesciamento di Ben Alì segna il culmine di una rivolta popolare che secondo le Ong ha fatto 66 morti tra i manifestanti. A innescare le proteste a metà dicembre era stato il suicidio di un ambulante laureato a Sidi Bou Sid, che si era dato fuoco dopo il sequestro delle merci da parte delle polizia. L’ambulante è deceduto il 5 gennaio.

    "ITALIANI TRANQUILLI" - ‘’Non c’è’ nessun pericolo, al momento, per la comunita’ italiana in Tunisia con la quale l’ambasciata d’Italia e’ in costante contatto’’. Lo ha sottolineato, parlando con l’ANSA, il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi. ‘’Il governo italiano segue con attenzione gli avvenimenti in un Paese al quale e’ legato da rapporti storici di profonda amicizia’’, ha aggiunto, spiegando come ci sia anche un’ ‘’ansia personale’’ per il ‘’destino di un popolo che mi e’ caro’’. Secondo il sottosegretario, e’ difficile ‘’prevedere quale sara’ lo sbocco’’ della situazione, ma ‘’l’auspicio’’ e’ che ‘’non ci siano ulteriori violenze’’.

    ALITALIA BLOCCA I VOLI - Alle 18 dall’aeroporto di Tunisi è decollato il volo Air One AP 805, diretto a Milano Malpensa, atterrato a Malpensa alle 19.34. Lo comunica Alitalia spiegano che oggi, nonostante quanto accaduto a Tunisi, tutti i voli del gruppo Alitalia previsti da e per la Tunisia sono stati operati. La partenza del volo AP 805 “è stata resa possibile grazie all’impegno straordinario profuso in queste ore dal personale Alitalia/Air One dell’aeroporto di Tunisi e dall’equipaggio del volo del Comandante Giampietro Garbagna”, sottolinea la società rendendo noto che, per ragioni di sicurezza, Alitalia/Air One ha sospeso tutti i voli da e per la Tunisia fino a lunedì 17 gennaio compreso. Non appena saranno ripristinati i voli su Tunisi Alitalia “ne darà tempestiva comunicazione e valuterà l’opportunità di operare i voli con aeromobili più capienti per agevolare le partenze dei passeggeri”. A tutti i passeggeri è comunque garantito il rimborso totale del biglietto, in caso di rinuncia, o la possibilità di cambiare la prenotazione o l’itinerario entro il 31 gennaio.

    I TURISTI STRANIERI - Nei giorni scorsi, molti paesi europei e gli Stati Uniti hanno sconsigliato ai loro cittadini di viaggiare in Tunisia se non per stretta necessità. Le proteste e i disordini, oltre alla capitale, hanno raggiunto ieri anche alcune località turistiche, tra cui Hammamet, sul mar Mediterraneo. ‘’In questo periodo dell’anno non sono molte le partenze per la Tunisia e in generale per altre mete internazionali. Tuttavia abbiamo ricevuto molte telefonate e richieste di informazioni anche da parte di chi deve partire nei prossimi mesi per il Paese africano’’: dice Roberto Corbella, presidente di Astoi, associazione che riunisce i maggiori tour operator. ‘’I nostri operatori associati - ha aggiunto Corbella - hanno fatto comunque spostare i turisti già presenti in Tunisia in localita’ piu’ tranquille, oppure, a chi era alla vigilia della partenza, e’ stata spostata la data del viaggio o, in alcuni casi, la destinazione. Attendiamo che la situazione si normalizzi e intanto siamo in contatto con l’Unita’ di crisi della Farnesina e con le autorita’ tunisine’’.

    In seguito alle manifestazioni antigovernative, il tour operator britannico Thomas Cook ha deciso di avviare il rimpatrio anticipato di circa 1.800 suoi clienti che in questi giorni si trovano in vacanza nel paese. Lo riferisce la Bbc, che cita un portavoce dell’operatore. "Sebbene non ci sia stato alcun problema specifico per i nostri vacanzieri, abbiamo deciso di comportarci dando priorità alla loro incolumità - ha spiegato il portavoce - Per questo, a titolo di precauzione, abbiamo preso la decisione di riportarli nel Regno Unito al più presto possibile".


    Quotidiano Net
     
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  8. M U R P H Y
     
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    L'aereo, respinto dalla Francia, sarebbe fermo ancora adesso con tutti i passeggeri a bordo con intimazione delle autorità italiane a ripartire.

    "BEN ALI' SU UN AEREO CAGLIARI",
    GIALLO SULLA FUGA DA TUNISI


    23:38 14 GEN 2011

    (AGI) - Roma, 14 gen. - E' giallo sulla fuga di Ben Ali' dalla Tunisia dopo colpo di Stato incruento ha messo fine a 24 anni di potere incontrastato. A tarda sera un aereo tunisino e' atterrato a Cagliari scatenando una ridda di ipotesi, secondo cui potrebbe esserci a bordo il presidente. L'aereo, secondo il sito web dello spagnolo El Pais, deve solo fare rifornimento e la polizia non avrebbe consentito all'ex presidente di scendere dal velivolo.

    Le autorita' italiane non confermano che il presidente tunisino Ben Ali' sia a bordo. Il velivolo, spiegano le stesse fonti, e' atterrato con la necessita' di fare rifornimento. Dal momento che il volo non era tra quelli previsti dal traffico dello scalo sardo, si e' attivato il meccanismo di sicurezza previsto in situazioni del genere, con le forze di Polizia che hanno circondato il perimetro intorno all'aereo, dal cui interno e' stata comunicata la presenza a bordo, spiegano le stesse fonti, di due piloti ed una hostess. Il portellone e' rimasto chiuso e nessuno e' sbarcato. Le autorita', e' quanto fanno osservare le medesime fonti, hanno consentito all'aereo di procedere al rifornimento comunicando al tempo stesso di proseguire il proprio tragitto al termine delle operazioni.

    Anche il governo tunisino ha dichiarato che Ben Ali' non e' a bordo dell'aereo in pista a Cagliari.

    SOSPESI I VOLI ALITALIA PER TUNISI

    Nel pomeriggio il presidente ha lasciato il Paese, forse diretto in Francia o a Malta, e i militari hanno preso il controllo dell'aeroporto. La tv ha annunciato che il potere e' stato assunto provvisoriamente dal premier Mohamed Ghannouchi fino a nuove elezioni. Ghannouchi e' apparso in tv e ha lanciato un appello all'unita' a tutti i tunisini.

    DAL SUICIDIO AL GOLPE, LA CRONOLOGIA DELLA CRISI

    Dopo i 13 morti negli scontri della notte a Tunisi e in altre citta', era arrivato l'annuncio dell'imposizione dello stato d'emergenza in tutto il Paese nordafricano con coprifuoco dalle 17 alle 7 del mattino. Le forze di sicurezza sono state autorizzate ad aprire il fuoco contro chiunque non obbedisca agli ordini ed e' stato introdotto il divieto di assembramento fra piu' di tre persone. Il premier Ghannouchi, parlando ancora a nome di Ben Ali', aveva annunciato anche l'azzeramento del governo e l'impegno a convocare elezioni entro sei mesi.

    BEN ALI': L'UOMO FORTE CHE PIACEVA ALL'OCCIDENTE

    Nel frattempo, pero', la situazione e' precipitata con scontri e lancio di lacrimogeni davanti al ministero dell'Interno, e il 74enne presidente ha lasciato la Tunisia.
    Secondo alcune fonti temeva una rivolta popolare cruenta come quella che nel 1989 in Romania porto' alla destituzione e alla fucilazione di Nicolae Ceausescu.
    Il rovesciamento di Ben Ali' segna il culmine di una rivolta popolare che secondo le Ong ha fatto 66 morti tra i manifestanti. A innescare le proteste a meta' dicembre era stato il suicidio di un ambulante laureato a Sidi Bou Sid, che si era dato fuoco dopo il sequestro delle merci da parte della polizia ede era morto il 5 gennaio.


    AGI News
     
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  9. sergio41
     
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    CITAZIONE
    grazie Sergio, io adesso sono a Douz e comunque in contatto con l'ambasciata che ci ha consigliato di non muoverci da qui fino a nuovi aggiornamenti... aspettiamo fiduciosi e vediamo quello che succede... CIAO

    Bene, forse è meglio seguire le direttive dell'ambasciata... ma tu in questo momento ti trovi in albergo a Douz ? o sei con la tua auto ?
    se puoi tienicci aggiornati.
    Per quello che posso fare, sappi che non sei solo !!!

    Sergio


    PS: Grazie Murphy per le info !
     
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  10. sergio41
     
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    Massimo, c'è notizia che hanno riaperto tutti gli aeroporti e lo spazio aereo... speriamo bene ! ;)
     
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  11. M U R P H Y
     
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    L'appello di Ban Ki-moon e dell'Unione Europa

    Tunisia: Ben Ali fugge, ma i saccheggi proseguono e nelle carceri è strage

    Misure di sicurezza nel centro di Tunisi. Il presidente del Parlamento assume i poteri. Elezioni tra due mesi


    Dopo le dimissioni del presidente Zine El Abidine Ben Ali e la sua fuga in Arabia Saudita - con il «giallo» dell'aereo tunisino atterrato venerdì sera a Cagliari - in Tunisia la situazione non si è ancora normalizzata, sono proseguiti i saccheggi di negozi e supermercati e si ha notizia di altre sei persone uccise negli scontri. Nelle carceri sono scoppiate rivolte: tra gli spari delle guardie sui detenuti che cercavano di fuggire e gli incendi appiccati le vittime si contano a decine. Intanto i poteri ad interim di capo di Stato sono passati dal premier Ghannouchi al presidente del Parlamento el-Mabazaa, sono stati riaperti gli aeroporti e lo spazio aereo e il Consiglio costituzionale ha annunciato elezioni entro due mesi.

    FUGA - L'Arabia Saudita ha annunciato di aver accolto Ben Ali «per la preoccupazione per le circostanze eccezionali in cui versa la Tunisia». Imponenti misure di sicurezza intorno all'ambasciata saudita a Tunisi, circondata da unità speciali dell'esercito tunisino appoggiate da mezzi corazzati in timore di contestazioni. L'agenzia di stampa libica Jana riferisce che Ben Ali ha telefonato a Gheddafi e che il leader libico in giornata farà un messaggio diretto ai «fratelli tunisini».

    CARCERI - Purtroppo arrivano notizie di decine di vittime nelle rivolte scoppiate nelle carceri tunisine. È di 31 morti il bilancio nel carcere di Monastir. Lo riferiscono fonti mediche locali citate da Al-Jazeera. Le vititme sono in buona parte detenuti che cercavano di fuggire mentre le guardie sparavano su di loro. Sono almeno 42 i morti accertati, più 15 ustionati, tra i detenuti del carcere di Mahdia in seguito a un incendio che ha permesso un'evasione di massa. Il carcere sarebbe stato assaltato dall'esterno per permettere l'evasione. È scoppiato un incendio anche nel carcere di Biserta e vi sarebbe almeno un morto.

    SACCHEGGI - A Madhia cinque persone sarebbero state uccise dalle forze di sicurezza nella notte per non aver rispettato il coprifuoco, ma non vi sono conferme ufficiali. Al Jazeera rende conto di un morto in scontri in mattinata alla periferia della capitale. La stazione di Tunisi è stata data alle fiamme ed è un ammasso di cenere. Un ipermercato è stato saccheggiato tra la notte e sabato mattina alle porte di Tunisi, dopo che già il giorno prima era stato parzialmente incendiato. Decine di persone sono uscite dal centro commerciale portandosi via tutto ciò che potevano in assenza della polizia, ha constatato un fotografo della France Presse. Altri grandi magazzini erano stati saccheggiati negli ultimi giorni. Saccheggi e violenze sono testimoniati anche a Biserta, Kairouan e Gafsa. Numerosi testimoni citati dagli organi d'informazione francesi affermano che i saccheggi e le violenze sono commessi da miliziani del partito del presidente (Rdc), furiosi per la fuga all'estero di Ben Ali. Vi sarebbe infatti un coinvolgimento anche di esponenti della forza di sicurezza presidenziale nei saccheggi, tanto che anche il capo della Guardia presidenziale, Ali Seriati, sarebbe stato arrestato. Lo riferiscono fonti attendibili negli ambienti dell'opposizione. Secondo quanto si è appreso un numero imprecisato di individui avrebbe partecipato al saccheggio dei negozi, armati di fucili e con grandi quantità di denaro da distribuire ai ragazzi che poi hanno materialmente compiuto i saccheggi, specie a Cartagine. «Non abbiate paura, queste bande vogliono terrorizzare i tunisini e portare la paura nel Paese», è l'appello lanciato dalla tv di Stato, che ha ammesso la presenza di bande di ladri armati che assaltano negozi e case a Tunisi. Le violenze e i saccheggi hanno provocato «danni a strutture di alcuni imprenditori italiani», rende noto la Farnesina.

    MISURE DI SICUREZZA A TUNISI - La polizia sabato mattina ha isolato il centro di Tunisi ed è stata vietata la circolazione dei taxi. Nella capitale alle 7 è stato tolto il coprifuoco, dopo momenti di incertezza sull'orario. «Buongiorno Tunisia, oggi celebrate! Complimenti a tutti voi per un nuovo inizio della democrazia», scrive Anonymous, il network di hacker che ha sostenuto le protese in Tunisia, in un messaggio su Twitter che invita poi i simpatizzanti a ricordare che «la lotta non è finita».

    Il nuovo presidente ad interim el-Mabazaa (Afp)
    CAMBIO DEI POTERI
    - Il presidente del Parlamento, Fouad el-Mabazaa, ha assunto l'incarico di presidente temporaneo della Repubblica. Lo ha annunciato la Corte Costituzionale tunisina in base all'articolo 57 della Costituzione rendendo noto che Ben Ali ha lasciato la presidene in via definitiva. Venerdì era stato il primo ministro Mohammed Ghannouchi ad assumere la carica di presidente ad interim. «È escluso che Ben Ali possa tornare in patria come presidente», ha affermato Ghannouchi, che ha detto che sarà formato un governo di coalizione nazionale insieme all'opposizione. «La commissione creata per indagare su quanto sta accadendo dovrà scoprire chi c'è dietro le bande che rubano e devastano i negozi e le case», ha affermato. «Chiedo al popolo di intervenire, perché è necessario far tornare la calma nel Paese. Sono inaccettabili furti e razzie».

    DIPLOMAZIA - Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, fa appello a una «soluzione democratica» dopo la fuga di Ben Ali, ed esorta «tutte le parti in causa a risolvere i problemi pacificamente con l'obiettivo di rispondere alle rivendicazioni e lavorare su una regolamentazione democratica che soddisfi le aspirazioni del popolo tunisino». Anche l'Unione Europea ribadisce la sua «disponibilità a contribuire a trovare soluzioni democratiche durature». «Vogliamo esprimere il nostro sostegno al popolo tunisino e alle sue aspirazioni democratiche, che devono essere realizzate in modo pacifico», scrivono in una nota l'Alto rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton, e il commissario all'Allargamento Stefan Fule. Anche la Lega araba ha lanciato un appello alla calma e all'unità in Tunisia. A Milano 200 tunisini hanno manifestato davanti al consolato in piazza Cinque Giornate in solidarietà alla rivolta dei compatrioti, altre 100 persone davanti al consolato tunisino a Palermo.

    Corriere.it Redazione online
    15 gennaio 2011
     
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  12. M U R P H Y
     
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    Tunisia, decine di morti nelle carceri in rivolta. Elezioni tra 2 mesi

    Dopo la fuga del presidente Ben Alì in Arabia Saudita, non si fermano le violenze. Più di 50 morti nell'incendio della prigione della capitale. Il presidente del Parlamento, Fouad el-Mabzaa, ha assunto temporaneamente i poteri presidenziali e ha annunciato: "Al voto tra 60 giorni". Tra i pochi giornali acquistabili, 'Le Quotidien' titola: “La volontà del popolo trionfa”


    Brucia la stazione dei treni di Tunisi, bruciano le carceri della Tunisia. A Monastir, sulla costa orientale del Paese, almeno 57 prigionieri sono morti nell’incendio divampato la scorsa notte nel carcere cittadino. A Mahdia, 140 chilometri a sud di Tunisi, gli abitanti parlano di decine di prigionieri uccisi mentre cercavano di scappare dalla prigione. Notizie simili arrivano anche da Bizerta e Mahdia. La fuga del presidente Ben Alì in Arabia Saudita non ha insomma fermato le violenze nel Paese. “E’ solo il primo passo – dice la gente – il secondo, quello che dobbiamo ancora ottenere, è la libertà”.

    La capitale, ieri teatro di scontri tra polizia e manifestanti, oggi si è svegliata in un caos calmo. Ogni tanto qualche sparo. Il rumore degli elicotteri dell’esercito a controllare la situazione dall’alto. Camionette della polizia, carri armati dell’esercito, un gran dispiegamento di forze in avenue Habib Bourguiba, arteria principale del centro, in particolare davanti alla sede del ministero degli Interni, dove ieri erano scoppiati gli scontri tra polizia e manifestanti. Giovani poliziotti e forze di polizia in borghese controllano da ore le strade del centro, molte delle quali sono chiuse al passaggio. Girare per la città è diventato molto difficile. Nelle strade ci sono solo poliziotti. Controlli intensivi, perquisizioni, una macchina fotografica tra le mani può rivelarsi un grosso problema per chi cammina cercando di capire cosa stia veramente succedendo. Per il terzo giorno consecutivo quasi tutti i negozi sono chiusi. Chiusi anche quelli della medina, la città vecchia, dove si cammina in mezzo ai rifiuti.

    Sorpassate le immondizie della vecchia Tunisi, ci si imbatte nelle centinaia di pietre e vetri rotti che riempiono le vie laterali all’avenue Bourguiba, nella Ville Nouvelle. Sono i resti della battaglia di ieri. Sono i segni delle violenze che, secondo alcune fonti autorevoli, sarebbero state causate proprio dalle forze di polizia vicine a Ben Alì. “Lui – raccontano – vuole creare instabilità nel Paese per poter poi tornare a governare in quanto unica persona capace di riportare l’ordine”. Ma diverse persone intervistate dicono con sicurezza che ormai la Tunisia ha girato pagina. Questa mattina in edicola non c’era il quotidiano di Stato La Presse de Tunisie. Tra i pochi giornali acquistabili c’era Le Quotidien, che titolava a tutta pagina: “La volontà del popolo trionfa”. Un fatto insolito, quasi inedito per questo Paese abituato a non parlare, a non criticare mai il regime. “Qualsiasi cosa succederà, non è più possibile tornare indietro – dice un giornalista locale – la gente ha deciso che vuole la libertà e la otterrà, anche se adesso si apre un fase molto complicata e pericolosa”.

    Il punto di partenza dovrebbe essere la formazione di un governo di unità nazionale, in cui possano entrare a far parte tutti i soggetti politici, anche quelli finora esclusi dal regime. E proprio a questo proposito, poco fa il capo del Partito Democratico Progressista (Pdp), Mohammed Nejib Chebbi, ha detto che il premier, Mohammed Gannouchi, gli ha offerto di entrare nel governo di unità nazionale. “In seguito – ha aggiunto Chebbi – si dovranno tenere elezioni libere sotto controllo indipendente e internazionale”. Le elezioni si terranno tra 60 giorni e non nel 2014, come annunciato ieri da Gannouchi. Lo ha dichiarato oggi il presidente del Parlamento, Fouad el-Mabzaa, che come previsto dalla Costituzione tunisina ha assunto temporaneamente i poteri presidenziali. A Tunisi è l’ora del coprifuoco. Per le strade non c’è più nessuno. Si sentono spari in lontananza. I militari hanno appena finito di rimuovere dal centro città le grandi foto di Ben Alì.


    di Stefano Vergine
    Il Fatto Quotidiano
     
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  13. sergio41
     
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    Massimo, a Sfax c'è un circo italiano che ha chiesto al governo italiano l'appoggio di una nave traghetto per fuggire, se sei con l'auto potresti rientrare via Sfax. Non so se il governo manderà una nave, dovristi informarti con l'ambasciata italiana.

    http://roma.repubblica.it/dettaglio-news/roma-19:53/5528
     
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  14. M U R P H Y
     
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    LA TESTIMONIANZA

    Lettera da Tunisi: "Vivo giornate da incubo
    Stati democratici sostengano questo governo"


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    L'autore della lettera, che ha chiesto che non venga rivelata la sua identità, è un connazionale che vive da anni in Tunisia. "Siamo ormai assediati nelle case, c'è chi si difende con utensili da cucina". "Nelle strade uomini armati che sparano a vista"


    NON ABBIAMO avuto il tempo di festeggiare la vittoria democratica del popolo tunisino sul totalitarismo che la situazione qui si sta trasformando in incubo. Milizie organizzate stanno cercando di affrontare un esercito non in grado di essere su tutti i fronti. Queste milizie scatenate di cui non si capisce l'origine, se è la polizia del vecchio regime o sono gli integralisti o i due messi insieme. L'informazione, specie quella data da Al Jazeera, sta incendiando ulteriormente la situazione mettendo avanti o facendo mettere avanti critiche alle decisioni d'urgenza giustamente prese dal governo di transizione prima di poter avere libere elezioni.

    I tunisini seguono in modo corale questa informazione non avendone al momento altre. Gli organi di stampa, ma sopratutto la televisione e la radio tunisine, non possono riorganizzarsi in un giorno. Il panico si sta propagando e quartiere per quartiere gli abitanti cercano di difendersi con mazze e ustensili da cucina trasformati in armi nella speranza di proteggere i loro quartieri.

    Gli italiani e gli stranieri in generale si chiudono nelle loro case. I viveri cominciano a scarseggiare e si temono anche ulteriori crisi di panico per questo. Circolano su internet le informazioni più allarmanti e più contraddittorie. Gli elicotteri dell'esercito mandano messaggi con altoparlanti alla popolazione di diffidare di certe macchine che circolano nei quartieri con uomini armati che sparano a vista.

    In queste condizioni i democratici che hanno partecipato alla cosidetta rivoluzione dei gelsomini hanno veramente il sentimento che si sta rubando la loro splendida vittoria, che si spinge volontariamente la Tunisia verso il caos per permettere ai non democratici di ristabilire o stabilire un loro ordine.

    La nostra parola d'ordine è quella della responsabilità civile . Occorre stare dietro alla presidenza ad interim, l'unica che potrà indire elezioni vere. Mentre scrivo la situazione è sempre più difficile. E necessario sostenere i democratici e farli parlare ed intervenire. Devono essere presenti nei vostri schermi, nei vostri giornali. A loro dovete accordare tutta la vostra attenzione e solidarietà. Fate circolare e aiutateci in questa direzione.

    Che gli stati democratici riconoscano questo governo.

    (15 gennaio 2011)


    La Repubblica.it
     
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  15. M U R P H Y
     
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    Paura tra gli italiani in Tunisia: "Assediati da roghi e saccheggi"
    di Rolla Scolari

    Lo studente di arabo: "Ho telefonato a mio padre, salto sul primo volo". L’ambasciatore: "Per ora non c’è pericolo".


    Erano arrivati pensando a un viaggio in un Paese tranquillo, con un'economia forte e spiagge assolate piene di turisti. Invece, migliaia di italiani in Tunisia si sono trovati nel mezzo di scontri di piazza, violenze, saccheggi. L'aeroporto è stato chiuso ieri sera e ora è sotto il controllo dell'esercito. Il presidente Zine El Abidine Ben Ali è fuggito e a Tunisi regna il caos, in strada e a palazzo. Cresce la preoccupazione dei nostri connazionali, testimoni del dissenso di queste ore.
    Valerio Spinosa ha 24 anni, è a Tunisi per studiare arabo e abita proprio nel centro della capitale, a pochi passi da Avenue Bourguiba, teatro di manifestazioni e proteste. «Sono in contatto continuo con mio padre e se l'ambasciata ci dovesse dire di lasciare il Paese, salirei immediatamente sul primo volo», ha detto al Giornale. Mentre parla al telefono arrivano in sottofondo le grida della folla arrabbiata. È in città da pochi giorni. Il suo volo è atterrato mezz'ora prima dello scattare del coprifuoco: «Tunisi era spettrale, non avevo mai visto la capitale così». Sotto il suo balcone sono passate diverse manifestazioni, disperse con i lacrimogeni dalla polizia in assetto antisommossa. «Ho visto la folla saccheggiare un negozio di elettrodomestici a due passi da qui: c'erano persone che uscivano con lavatrici sotto il braccio. Intanto, una banca era in fiamme a pochi metri di distanza. Ovunque c'erano i segni delle sassaiole e le rotaie del tram erano state divelte».
    C'è molta tensione anche in altre parti del Paese. Stefano Mason è un cooperante dell'Ong italiana Cospe. Ha 37 anni ed è originario della provincia di Venezia. Da un anno e mezzo vive a Tabarka, una cittadina di 10mila abitanti nel Nord-Ovest del Paese, sulla costa. I suoi alberghi sul mare attiravano molti stranieri prima dello scoppio delle violenze. Due sere fa Stefano ha dormito in albergo perché una folla aveva preso d'assalto il supermercato sotto casa, dandolo alle fiamme. La catena di alimentari appartiene alla famiglia della moglie del presidente Zine El Abidine Ben Ali, Leila Trabelsi. «C'erano donne che portavano via olio e pannolini, bambini che prendevano giocattoli. Il mio appartamento è ora ricoperto dalla fuliggine provocata dall'incendio». Lo stesso giorno, racconta, un ospedale in costruzione, finanziato da un politico vicino al regime, è stato l'obiettivo della rabbia della folla, che si è accanita anche contro alcuni hotel. Stefano adesso si chiede dove potrà comprare cibo nei prossimi giorni. Per ora non esce di casa, come gli è stato consigliato dall'ambasciata, in continuo contatto con gli italiani residenti tramite sms.
    «Non c'è nessun pericolo, al momento, per la comunità italiana in Tunisia con la quale l'ambasciata d'Italia è in costante contatto - ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi - Il governo italiano segue con attenzione gli avvenimenti in un Paese al quale è legato da rapporti storici di profonda amicizia», ha aggiunto, spiegando come ci sia anche un'«ansia personale» per il «destino di un popolo che mi è caro».
    La situazione in altre zone del Paese è ancora più difficile: «Ho telefonato a Kebili, nel Sud, dove abbiamo un altro progetto - racconta ancora Stefano Mason - Laggiù la polizia ha sparato sulla folla e secondo le persone con cui ho parlato ci sarebbero stati otto morti, che però non sono stati registrati da nessun mass media finora».
    Gli italiani che hanno preferito rientrare in patria hanno approfittato dei voli Alitalia che hanno operato a pieno ritmo fino alla chiusura dell’aeroporto. L’ultimo aereo è decollato da Tunisi ieri alle 18 ed è giunto a Malpensa alle 19.34. Per ragioni di sicurezza, infatti, Alitalia/Air One ha sospeso tutti i voli da e per la Tunisia fino a lunedì 17 gennaio compreso.


    Il Giornale.it
     
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40 replies since 10/1/2011, 10:42   775 views
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