Tunisi, la città del secolo

come gli arabi cambiano Tunisi

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  1. M U R P H Y
     
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    Tunisi, la "città del secolo"


    Gli arabi cambiano il volto a Tunisi

    Trenta miliardi di dollari.
    A tanto ammontano i capitali che diversi gruppi finanziari degli Emirati Arabi Uniti hanno stanziato per una serie di progetti immobiliari a Tunisi.
    Il primo, portato avanti dalla società Sama Dubai, è già in corso d'opera per far sorgere sulle sponde del Lago di Tunisi la "Città del secolo".
    Una città del futuro, su 850 ettari, per mezzo milione di abitanti, 2.500 imprese commerciali e 15 mila nuovi posti di lavoro. Costo totale: 15 miliardi di dollari.
    Un secondo progetto di città moderna è quello del gruppo El Maabar International, ideato sulle sponde della Sebkha dell' Ariana, a nord di Gammart.
    Il tutto per dieci milioni di dollari. Vi è poi il progetto "Sports City Center", del gruppo privato di Abderrahman Bukhater. Su una sponda del Lago di Tunisi farà sorgere una serie di complessi residenziali, sportivi e turistici, capace di ospitare 50 mila abitanti. Darà lavoro (elemento sempre molto importante) a cinquemila persone. L'investimento previsto è di cinque miliardi di dollari. Vi è poi il progetto denominato "Centro finanziario internazional", che la Gulf Finance House, una banca d' investimenti del Bahrein, ha in animo di realizzare, su un' area di 450 ettari e sempre su una sponda del Lago di Tunisi. Il costo, rispetto ai precedenti, è più contenuto e viene stimato in tre miliardi di dollari.
    Nel frattempo, nei giorni scorsi, la Sama Dubai ha inaugurato il "Tunis City Center", un modernissimo complesso destinato in buona parte allo shopping e al tempo libero. Grandi progetti e grande soddisfazione per il flusso di capitali, specie in un momento in cui l' economia del Paese, stante la pesante situazione internazionale, non è delle più soddisfacenti. Ma vi è anche chi valuta questi progetti sotto un altro punto di vista, e cioè che possano nuocere gravemente all' identità della cultura locale.
    "Tunisi - scrive il settimanale L'expression- non è Dubai, una città sorta dal deserto, miracolo (o miraggio) di una post-modernità portata da una profusione di dollari in cerca di paradisi fiscali. La nostra capitale - sottolinea - ha una cultura tre volte millenaria, una struttura urbana, uno stile architettonico ed una organizzazione socio-economica particolare. Questi elementi costitutivi dell' identità tunisina devono essere rispettati da questi costruttori di terzo tipo".
    Altro interrogativo che molti si pongono è quale sarà l' impatto delle nuove, lussuosissime e modernissime costruzioni dei nuovi centri, sul mercato immobiliare. Che già attualmente respira aria di crisi.


    Fonte Il Denaro.it

     
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