La Tunisia dei Subsonica

un reportage di Ninja... molto stellare

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  1. M U R P H Y
     
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    Ninja il batterista dei Subsonica user posted image ha redatto un piacevolissimo reportage di un suo viaggio in Tunisia.
    I Subsonica sono miei concittadini e soprattutto uno dei miei gruppi musicali preferiti, Ninja mi ha gentilmente autorizzato a postare il reportage del suo viaggio che definirei molto... Stellare:

    "40 date dei Subsonica in poco più di tre mesi davanti complessivamente a quasi 100.000 persone. Un tour così è motivo di grande soddisfazione. è qualcosa che neanche immaginavo quando nell’estate del 96 mi sono trovato con Samuel, Max, Boosta e allora Pierfunk ,oggi Vicio, a registrare il primo demo. Ma allo stesso tempo è un’esperienza che ti proietta in una quotidianità nomade e talvolta alienante di albergo-furgone-autogrill-furgone-concerto che un po’ ti logora, ti allontana dalla tua città, dalla tua famiglia e ti svuota di molte energie. 17 Maggio: ultima tappa della tournee. Una parola: vacanza. è fondamentale avere un po’ di tempo per fermarsi e ritrovarsi, anche perché il tour estivo, che partirà già a metà Giugno, non sarà da meno. All’inizio di questo mese abbiamo tenuto alcuni set live alla fiera di Osaka in Giappone: ancora un po’ sfasato dal jet lag, parto per la Tunisia.
    “Tatuarmi” al sole su una spiaggia deserta sotto una palma con un buon libro è l'obiettivo iniziale. Nella piccola isola oasi di Djerba di palme se ne contano più di un milione: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Arrivando in hotel la prima impressione è che la condizione di turista occidentale in un paese musulmano non sia di questi tempi molto “trendy”.
    Non certo per l’accoglienza ma per il numero - inferiore a dieci, credo - di ospiti alloggiati al Quatre Saisons Hacienda, splendido albergo costruito in stile arabo-andaluso sul modello di un caravanserraglio, quanto di più distante si possa concepire dall’idea di “villaggio turistico”.
    Più avanti mi spiegheranno che in realtà questo è un periodo di bassa stagione. Non c’è per ora un calo del turismo europeo tranne forse per quello tedesco, a causa dei tragici fatti accaduti solo qualche settimana fa nei pressi della sinagoga di El Ghriba, proprio qui a Djerba.
    Un camion di gas esplode e viene investita dalla detonazione una comitiva di turisti tedeschi.
    Chi vive qui e ha la possibilità di vedere la televisione italiana mi conferma l’incompletezza della nostra informazione: ad oggi la dinamica degli eventi sembra più legata ad un fatale incidente che non ad un attentato, come si era affrettatamente ipotizzato all’inizio. Fra l’altro a Djerba la convivenza fra musulmani ed ebrei - quasi il 5% della popolazione dell’isola, arrivati qui diversi secoli prima degli arabi - è un fatto normale.
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    La Tunisia è indiscutibilmente un paese arabo (il 95% della popolazione è composta da arabi o berberi arabizzati) ma un po’ me ne dimentico quando il barista del chioschetto nel suq antico di Houmt-Souk, capoluogo dell’isola, alla richiesta di un caffè arabo, mi spiega in perfetto francese che il suo espresso è molto meglio di quella “brodaglia”. Rimango abbastanza allibito. Qui berberi, fenici, romani, vandali, spagnoli, arabi, bizantini, cartaginesi, pirati, turchi, francesi (la Tunisia è stata loro “protettorato” dal 1881 al 1956) e turisti hanno evidentemente lasciato la loro impronta. Non a caso la Tunisia è spesso definita come il più occidentale dei paesi africani.
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    Chioschetti dicevo. Ce ne sono ad ogni angolo, ognuno con il proprio improbabile altoparlante che spara musica maghrebina a volumi rigorosamente distorti.
    A tratti mi pare di essere teletrasportato ai Murazzi o Porta Palazzo di Torino. Scherzi della globalizzazione. Le melodie arabe si diluiscono con le influenze africane e mediterranee e mi colpisce particolarmente la grande varietà ritmica di quello che si ascolta, soprattutto pensando all’equivalente “pop” nostrano.
    Più volte mi sono addentrato nei numerosi negozietti a cercare di farmi vendere la cassetta nel registratore. Alla fine ne otterrò un discreto numero. Non posso riportare il nome dei vari artisti perché tutt’ora mi risulta incomprensibile. In futuro magari ci potranno essere nei dischi dei Subsonica altre soluzioni ritmiche - tipo “Il Cielo su Torino” - ispirate a queste sonorità.
    Ormai si capisce che una delle fonti più redditizie e preziose dell’isola sia il turismo. Un po’ dappertutto si vedono cantieri di alberghi in costruzione. Ma a differenza di situazioni mediterranee anche molto più vicine, si nota qui una certa attenzione allo stile e al paesaggio. E poi le palme e gli ulivi. Qui con il legno delle palme si fa un po’ tutto, dalle travi alle porte alle barche.
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    Girando per i villaggi dell’isola e - nei giorni successivi - della Tunisia meridionale, si incontra molta gente che vive dignitosamente con molto poco, senza che ciò sembri pesare più di tanto. Le persone, soprattutto se prese di sorpresa, non si lasciano fotografare molto volentieri. Tu stesso, con la tua macchina digitale in mano, ti senti un po’ a disagio. Chiedendo spiegazioni su come possa fare un ragazzino di 13 anni, vestito di tutto punto, a raggiungere la scuola su un carretto trainato da un asino in una zona deserta per decine di chilometri, la risposta dell’accompagnatore è stata “Inshallah”, letteralmente “se Allah lo vorrà”. Evidentemente molto della vita qui un po’ sfugge.
    Un gadget che imperversa e lo vedi in ogni bancarella, è il peluche di dromedario, con dimensioni che variano dai pochi centimetri fino alla grandezza naturale. Mi informo e scopro che per i bambini il futuro mestiere più ambito è quello dell’allevatore di dromedari - evidentemente prestigioso e redditizio.
    Gli appassionati di Guerre Stellari potrebbero anche sostenere, con un certo grado di sicumera, di conoscere perfettamente il territorio tunisino. George Lucas ha infatti ambientato qui gran parte delle riprese esterne della saga. Il nome “Totooine” del pianeta sabbioso è chiaramente ispirato a Tataouine, città recente della Tunisia meridionale. Avendo solo qualche vaga informazione in proposito, decido di approfondire e giro metà isola alla ricerca di una postazione internet. Ottenute le ubicazioni dei vari set decido di tentare di raggiungerne qualcuna.Mi riferisco al IV episodio, versione italiana. C1P8 e D3BO (“relazioni umane e cyborg”) atterrano con un guscio di salvataggio in una zona desertica di Tatooine. è in realtà la Grande Duna, a ovest della città di Nefta, quasi al confine con l’Algeria. Deserto di sabbia. Deserto vero. Quello che mi spiazza, al di la di tutto quello che si possa aver letto, immaginato, visto nei film - anche “I predatori dell’arca perduta” e “Il paziente inglese” sono stati girati qui - è la completa assenza di qualsiasi rumore, la totale fonoassorbenza dell’ambiente.
    L’accoppiata dune / walkman con Brian Eno “Music for airports” è da provare.
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    E' invece proprio commozione quando arrivo a Matmata nella casa di Zio Owen e Luke.
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    Non è un set costruito dalla Lucasfilm, è ora un albergo (“Sidi Driss”) ricavato in un secolare complesso di case trogloditiche in parte ancora abitate
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    Sono state scavate circa due secoli fa a 10 metri di profondità nel sottosuolo argilloso e sabbioso dalle popolazioni locali prevalentemente berbere per difendersi dal caldo torrido estivo, dai rigori dell’inverno e dalle invasioni. Costruire una casa ben in vista in riva al mare a quel tempo non doveva essere una buona idea. Questi alloggi, ricavati verticalmente come pozzi, conferiscono al paesaggio un aspetto lunare, come se fosse bucherellato da una serie di crateri.
    Non volevo credere a Chedli, esperta guida berbera, quando, fermandosi su una collina deserta poco prima di Matmata, mi ha detto: “questo è un villaggio - Tajim - dove vivono 40 famiglie”.
    E mi ha indicato i buchi color ocra.
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    E ancora quando Luke e Zio Owen scelgono i droidi all'inizio del film, si vede chiaramente la depressione lunga centinaia di chilometri di Chott el Djerid, ex mare di cui rimane oggi - tranne che per qualche zona paludosa - solo il sale sedimentato.
    Il colore cambia a seconda della luce.
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    Ritornando verso Djerba sulla pista sopraelevata che attraversa il “lago” salato e lasciando alle spalle le oasi vicino a Tozeur, ho visto, guardando indietro, una zona d’acqua con tanto di riflesso delle palme, dove di acqua - posso assicurare -non ce n’era nemmeno una goccia.
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    Miraggi. Effetto della anomala rifrazione della luce con il sale in particolari condizioni termiche dell’aria.
    Particolarmente suggestiva è anche la zona montuosa vicino a Tozeur, caratteristica per i suoi profondi canyon.
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    Non mi dilungo ulteriormente ma confesso che grande è stata l’emozione di trovarmi nelle location del primo film (e che film) visto al cinema. A dire il vero mi era già successo due anni fa in Guatemala. Mi chiedevo cosa mi ricordasse l’impressionante panorama della foresta dal tempio del Giaguaro a Tikal. è l’inquadratura sul finale di Han Solo che atterra col Millennium Falcon nella base ribelle.
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    Un ultimo accenno per Ksar Haddada. Qui sono state girate molte scene del I episodio; il set è stato ricavato all’interno di un antico Ksar, un granaio collettivo.
    Le popolazioni berbere nomadi che per casa avevano semplicemente una tenda, a partire dal XI secolo hanno utilizzato queste strutture per nascondere e conservare prodotti agricoli e oggetti di valore; ogni famiglia aveva la propria cella (“ghorfa”) scavata nella roccia.
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    Questo tipo di architettura della Tunisia orientale comune a Matmata, Chenini - città invisibile arroccata su uno sperone della montagna - Medenine, Ouled Sultane, è davvero suggestiva.
    Per chi venisse da queste parti con l’intenzione di muoversi e volesse adottare una soluzione intermedia fra lo sbattimento di noleggiare una macchinaturistafaidate e l’aggregarsi a escursioni con programma predefinito, consiglio una sorta di taxi a lungo raggio con tanto di guida, Chedli, rivelatasi estremamente preziosa e competente. È anche un modo per conoscere finalmente da vicino l'anima di questi posti. Per avere una risposta alle mille domande di un turista occidentale. Per scoprire che la Tunisia dal primo giorno dell'indipendenza, 46 anni fa, ha fatto passi da gigante, che i bambini che escono dalle accoglienti case troglodite di roccia in buona parte proseguono gi studi fino all'Università, che l'80% della popolazione parla anche il francese, che ...
    Viaggiare per conoscere persone.
    Oggi è Natale, si celebra la nascita di Maometto e qui per fortuna è solo una festa religiosa. Devo ammettere che il narghilè - in cui ho investito oggi gli ultimi dinari - sta iniziando a fare effetto e spero che non abbia influito sulla stesura di questo articolo. Domani si torna a casa. Giusto qualche giorno prima di ripartire per una lunghissima estate di concerti."
    Ninja, Djerba 25 maggio 2002


    grazie Ninja per il tuo gradito contributo

    N.D.R.:
    I Subsonica sono nati nella realtà alternativa di Torino, quella dei centri sociali e dei Murazzi. E sono diventati in breve tempo una delle band italiane più promettenti. A un hip hop di base abbinano una tendenza alla contaminazione con il rock e con una dance per certi versi vicina al trip-hop britannico.
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  2. baklewa
     
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    grazie Murphy e grazie anche a Ninja per la sua disponibilita' smile.gif
    Murphuccio riesci sempre a stupirmi
     
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  3. lupenz64
     
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    Accidenti Murphy, davvero ci stupisci con effetti speciali...complimenti a Ninja...ottima musica e ottimo reportage...l'ho letteralmente bevuto!!!!
     
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  4. Lella78
     
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    si complimenti a entrambi, il racconto e l'accostamento delle foto fatte da Ninja e quelle appartenenti al film è stato grande...bello fare un tour così!!!
     
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  5. M U R P H Y
     
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    Be' io non ho fatto altro che contattare Ninja, chiedergli il permesso e organizzare l'inserimento del post...
    Chiunque volesse ascoltare qualcosa dei Subsonica, basta cliccare qui


    oppure... qui sotto!




    Edited by M U R P H Y - 15/8/2007, 00:23
     
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  6. M U R P H Y
     
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5 replies since 15/10/2005, 11:27   1041 views
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