Aprile 2004 - Tunisia

bambini nel deserto... molto di più di un tour

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    APRILE 2004 - TUNISIA
    di Gianluca e Fabrizio


    Grazie alla gentile concessione degli amici dell'Organizzazione Umanitaria "Bambini nel deserto" possiamo fare un viaggio fuori dai consueti itinerari turistici in mezzo ad una realtà difficile ma sicuramente appagante sotto il profilo umano.

    Insicuro sulla partenza fino all’ultimo, poi la decisione è presa, si parte.

    Cerco di lasciare alle spalle tutti i problemi e preparo la macchina con Fabrizio mio compagno di cordata in molte scalate che è al suo primo viaggio nel deserto, io sono già stato in Marocco nel 2001 ma, questo da soli sarà tutto un altro viaggio.

    All’inizio sento molto la responsabilità sulle mie spalle, con il passare dei giorni diminuisce e si avvicina la data della partenza, chiamo Luca e in due giorni ricevo materiale didattico per le scuole a nord, nei dintorni di Le Kef e vestitini per i nomadi del sud che in Tunisia sappiamo essere una rarità ma, contiamo di trovarne qualcuno.

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    Partiamo da Genova il 27 Marzo ed arriviamo a Tunisi l’indomani intorno alle 17.00, sbarco e dogana ci attendono.

    Sbrigate le formalità burocratiche ad un poliziotto un po’ troppo zelante sui controlli è bastato donare una “stilò” e siamo passati senza problemi; d’altronde nascondere bene 25 Kg. di materiale su un solo mezzo è stata un’impresa!

    Ci dirigiamo verso El Fahs dove facciamo campo ospitati da una famiglia di contadini su di una collina vicino ai resti di un’antica città romana, Thuburbo Majus (36,24.434 N – 09,54.655 E), e subito si ripresenta l’ospitalità araba che tanto mi aveva affascinato in Marocco, ci offrono il The e il pane per la cena.

    La sera e la notte le passiamo costantemente sotto la pioggia e questo, sommato alla pioggia dei giorni precedenti il nostro arrivo, cambierà il nostro programma di viaggio.

    L’indomani ricambiamo l’ospitalità con del cibo e dei vestiti e ci dirigiamo verso sud con l’intenzione di seguire degli itinerari nelle vallate tra El Fahs, Le Kef e Makthar, dove consegneremo il materiale didattico per le scuole più isolate.

    Purtroppo il maltempo a reso impraticabili le piste e la pioggia che cade ininterrottamente ci costringe a fare parecchi cambi di percorso in mezzo ad un vero e proprio mare di fango.

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    Rinunciamo ai boschi, alle vallate ed ai piccoli villaggi con le case fatte proprio con mattoni di fango e paglia, molto a malincuore consapevoli che anche in questa zona della Tunisia, sicuramente meno turistica perché fuori dalle strade principali che portano verso il sud, ci sono molti posti che meritano di essere visitati; qui molte persone vivono isolate ed hanno sicuramente meno possibilità di essere raggiunte ed aiutate.

    Non potendo consegnare il materiale ci ripromettiamo di fare il percorso al nostro ritorno sperando nel bel tempo; ci dirigiamo via asfalto verso Tozeur e da qui visitiamo le oasi di montagna Tamerza e Mides che si trova ad un solo Km. dal confine algerino in una posizione davvero spettacolare perché il villaggio è tagliato in due da una gola.

    Dalle informazioni ricevute da Luca, in queste zone, sono passati recentemente altri sostenitori di BnD quindi scuole e villaggi sono già stati riforniti.

    Da qui la nostra meta è Douz che cerchiamo di raggiungere, dopo uno sconfinamento in Algeria, attraversando i laghi salati Chott El Gharsa ed El Jerid; nella parte centrale troviamo molta acqua e quindi siamo costretti a seguire piste laterali non meno impegnative, arriveremo in campeggio quando ormai si è fatto buio.

    Douz è una piccola cittadina ma la sua palmeraia è la più grande di tutto il paese ed è circondata da villaggi molto poveri dove la distanza dai centri più importanti si fa sentire anche se da qui passano molti turisti. In campeggio ci accordiamo per lasciare qui le scatole di materiale didattico che ritireremo al nostro ritorno dal sud tunisino dove porteremo solo i vestiti.

    Notiamo che BnD a molti amici qui e senza problemi ci fidiamo della gente del posto; in attesa del permesso per il sud visitiamo il Souq. Attraverso un deserto di pietre, arbusti e poi finalmente sabbia raggiungiamo il Monte Tembaine (32,52.194 N – 09,06.663 E) dove veniamo avvicinati da due bambini nomadi che sono li con il loro genitore ed un dromedario, non sappiamo se sono soli né dove sono diretti, indicano l’orizzonte in direzione Algeria.
    Ci chiedono delle scarpe, sappiamo di non averne con noi e questo ci dispiace molto, lasciamo loro dei vestitini e cappellini per il sole.

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    La sera un temporale ci gira intorno illuminando con i suoi lampi le dune di fronte a noi in direzione Ksar Ghilane, l’oasi che raggiungeremo il giorno successivo attraverso piste e dune senza incontrare anima viva, nemmeno i toyotoni dei gruppi organizzati, fino al Cafè Grand Erg(33,04.129 N – 09,25.993 E), una piccola capanna su di un’altura a qualche Km da Ghilane, dove ci riposiamo con un the.

    L’indomani dall’oasi decidiamo di dirigerci verso Chinini seguendo un itinerario attraverso piste con il fondo pessimo che tagliano verso est una sconfinata pianura stepposa; a metà percorso vediamo in lontananza un accampamento nomade (32,53.989 N – 09,48.096 E), lasciata la pista lo raggiungiamo guidando attraverso sfasciumi e bassa vegetazione.

    E’ una famiglia di pastori nomadi, qui fanno pascolare il loro gregge di capre, il bene più prezioso, e vivono sotto due enormi tendoni sorretti da pali di legno; in lontananza le donne ed i ragazzi più grandi ci guardano con stupore senza avvicinarsi mentre incontro a noi arriva l’adulto più anziano che riteniamo essere il capo famiglia e ci invita in “casa”.

    Entriamo e ci sediamo per terra sotto la sua tenda, di fronte a noi troviamo quattro bambini che ci guardano incuriositi, uno di loro non ha nemmeno un anno e sdraiato in mezzo agli altri continua a masticare sabbia. Ci capiamo a fatica; l’uomo, di cui non ricordiamo più il nome talmente era impronunciabile, non conosce il francese ma , riusciamo a fargli capire che vogliamo barattare i vestitini per i bambini con qualcosa di loro.

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    Con nostro stupore si volta e dopo aver rovistato sotto dei teli di plastica ci porta una sacca di pelle di capra dove dal suo interno ci versa in un secchio un buon litro abbondante di latte in cambio dei vestiti. Ed ora? Come facciamo a rifiutare? Non è proprio il baratto che avevamo in mente!!

    Chi si fiderebbe a bere un sorso di questo latte, sicuramente buono e nutriente, qui sotto una tenda in mezzo al nulla con il sole a picco, senza pensare alle conseguenze?

    Fabrizio a cercato in tutti i modi di spiegargli che a noi avrebbe creato non pochi disturbi accettare la sua offerta sperando che non si sia offeso troppo del nostro rifiuto.

    Di questo incontro portiamo a casa come ricordo delle belle foto ed una forte emozione, non è poco!

    Riprendiamo il viaggio visitando gli Ksur (granai fortificati dei villaggi berberi) di Chenini, Duriet e Ouled Soltane, raggiungiamo Tataouine e poi via asfalto Remada, dove alla caserma locale timbriamo i permessi per i successivi posti di controllo.

    Da qui in poi il viaggio si fa più impegnativo, scendiamo verso la punta più estrema della Tunisia Borj El Khadra attraverso interminabili altopiani e piste sassose tra Kambout, Lorzot, Bir Zar e Tiaret nella speranza di trovare qualche sparuto gruppo di nomadi, magari proprio vicino al confine Libico. Naturalmente nessun incontro ad eccezione dei militari ai posti di controllo sempre ben contenti di poter scambiare quattro chiacchiere con i turisti di passaggio; il forte vento e sciami di locuste che si alzano da terra al nostro passaggio sono gli unici compagni di viaggio attraverso una piana decisamente insolita, mai vista prima, con rare rocce che spuntano qua e la alte una decina di metri.

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    Raggiunto dopo 200 Km di sterrato Tiaret, posto di controllo e stazione di pompaggio dell’oleodotto, ci dirigiamo verso la fonte termale di Ain Skouna dove da una tubatura sgorga acqua bollente e crea un piccolo laghetto circondato da palme, il posto non e gran che ma è un buon riparo. Proseguiamo verso Bir-Pistor, un villaggio ormai distrutto e abbandonato e finalmente la nostra meta Borj El Khadra (30,15.10 N – 09,33.33 E).

    Attraversiamo un paesaggio lunare, il vento che soffia fortissimo da giorni ha completamente ricoperto la pista di sabbia e proseguiamo sgonfiando i pneumatici per affrontare le dune; le tracce di passaggio di altri mezzi sono praticamente inesistenti.

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    Il villaggio sorge vicino ad un piccolo lago circondato da una folta vegetazione, lasciamo i passaporti in caserma, li ritireremo alla partenza, e ci dirigiamo nel centro dove ci accolgono i bambini ai quali riusciamo a donare dei vestiti barattandoli con delle Rose del deserto che porteremo in Italia.

    Monsieur Dahaou ci invita nel suo “Cafè 7 Novembre” per una bibita ghiacciata e la sera ci accoglie nella sua casa per poter fare una foto all’ ultimo nato della famiglia di soli due mesi; veniamo a conoscenza che il villaggio costruito dal nulla per colonizzare quest’area, vive con l’appoggio dei militari della caserma che fanno avere i beni di prima necessità agli abitanti.

    Anche qui c’è una scuola che avrebbe bisogno di materiale, noi purtoppo non lo abbiamo ma speriamo che qualche altro amico di Bnd possa portarlo fin qui.

    Più a sud di così non possiamo spingerci, in lontananza vediamo il bagliore delle luci dell’ osasi di Ghadames e l’indomani ripartiamo verso le dune di El Borma dove pensavamo di incontrare dei nomadi nella zona dei laghi ma, ci è stato impossibile raggiungere quei luoghi.

    Da El Borma risaliamo verso nord deviando infine sulle montagne del Dahar seguendo percorsi panoramici in direzione di Matmata e poi giù verso Douz; qui ritiriamo il materiale lasciato giorni prima in custodia e ci dirigiamo da El Guettar verso Sidi Bouizd attraverso piste di montagna.

    Ad As Snad (34,32.444 N – 09,15.846 E) un paesino in mezzo alle montagne, consegnamo il primo materiale didattico, quaderni, penne, pastelli ecc…., lo stupore è generale e bambini ed insegnanti ci ringraziano infinitamente.

    Passiamo la notte ospitati da una famiglia di contadini (35,22.059 N – 10,02.732 E) a sud di Kairouan dove barattiamo gli ultimi vestitini rimasti per il loro piccolo bimbo che ci guarda dalla soglia della sua casa, con olio ed olive della loro terra, che questa volta accettiamo.

    Non hanno probabilmente altro e la madre ringraziandoci cambia immediatamente gli ormai sudici vestiti che indossa suo figlio con i nostri; per noi è stato un piccolo gesto ma vederlo era commovente. Ripartiamo verso El Fahs attraverso l’itinerario abbandonato al nostro arrivo e riusciamo a consegnare altro materiale alla scuola di Sodga (35,59.154 N – 09,35.403 E) e ci si ripete la scena del giorno precedente; passiamo per Damen Al Karoiub (36,04.672 N – 09,40.512 E) altro piccolo villaggio con scuola ma il materiale lo abbiamo terminato, lasciamo le coordinate GPS chissà mai che qualcuno voglia passare di qui….

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    Il nostro viaggio è ormai al termine, raggiungiamo Tunisi, e mi rendo conto che spesso dagli incontri fatti riceviamo di più di quello che siamo in grado di dare anche se a prima vista non ce ne accorgiamo; un grazie a BnD che mi ha dato questa possibilità per non fare un semplice turismo mordi, fuggi e souvenirs.


    Copyright © 2004 Bnd
    Tutti i diritti riservati


    Un sentito grazie agli autori del diario di viaggio e gli amici di Bambini nel Deserto non soltanto per questo post ma per la loro attività umanitaria.

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    Siamo un gruppo di amici che dedicano il loro tempo libero nel migliorare le condizioni di vita dei bambini nei Paesi in Via di Sviluppo.
    Non siamo dei professionisti e non siamo retribuiti in alcun modo per quello che facciamo.
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    Organizzazione Umanitaria Bambini nel Deserto ONLUS
    Registrazione Albo del Volontariato n°100 del 28.07.2000 Codice Fiscale 94094820365
    Sede Legale via A.Casoli, 45 41100 Modena (ITALIA), Sede Operativa via Canaletto, 88 41100 Modena (ITALIA)
    Tel. +39 335 61.21.610 e-mail [email protected], Fax +39 059 33.18.37 internet www.bambinineldeserto.org
     
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